| Heicchan ! Non hai bevuto il latte ! Prendo solo il caffè la mattina...e lo sai che mi fa schifo il latte Sam. E' per questo che rimarrai sempre e comunque un fagiolino ! Zitta scema ! Non parlarmi come se fossi nel periodo della crescita ! Heicchan fermati perchè corri ! Perchè stai cercando di farmi ingurgitare quella roba biancastra ! Non berrò mai roba che è stata spremuta dalle tette di qualcosa ! Neanche se fossero le mie ? Soprattutto se fosse dalle tue ! La scena era piuttosto comune di prima mattina nella città di Dite. Sempre che di mattina si potesse parlare in quel posto. La città pareva avanzata , quasi futuristica , sovrappopolata e caotica come qualsiasi altra città del mondo terreno...con la differenza che questo non era il mondo terreno , bensì il piano di sotto. Heine amava chiamarlo "Underworld" , ma nella quotidianità aveva molti nomi : tartaro , gehenna , jigoku...o più semplicemente Inferno. In questo posto non c' era un qualcosa che potesse essere definito "cielo" , niente azzurro , niente stelle , niente sole , tutto era avvolto da una notte eterna oscurata da nubi sulfuree, che ogni tanto , soprattutto di mattina , concedevano una parvenza di luminosità simile al crepuscolo. Non che ci fosse bisogno di luce da quelle parti , soprattutto la città era illuminata a giorno , neon ed elettricità che si sostituiva ad Apollo con arroganza e sfacciataggine. Non che ci si potesse aspettare molto rispetto per gli dei da quelle parti. Heine Rammsteiner correva a perdifiato per le vie di quella città caotica. Già di prima mattina c' era gran movimento , lavoratori , burocrati, cacciatori...il lavoro di sicuro non sarebbe mai mancato. Era seguito da una ragazzina alta poco meno di lui , gracile ma ben formata , vestiva un abitino nero con un motivo a croci rosse che terminava con un ampia gonna ricamata di pizzo , alle gambe portava stivali con tacco alti sino al ginocchio e chiusi di fronte da una serie intricata di lacci. Pareva giovanissima , ben più di Heine nonostante lui stesso apparisse molto più giovane rispetto alla media delle anime che popolavano quel luogo. Era magro , slanciato , vestiva di un completo comprensivo di giacca e pantaloni neri , al collo portava una cravatta rossa sopra una camicia bianca come i suoi capelli che erano portati disordinatamente all' indietro. Le scarpe erano eleganti , manifattura italiana , ma non erano esattamente l' ideale per correre. Sul fianco pendeva una catena color argento che tintinnava assieme agli innumerevoli piercing che gli traforavano le orecchie . Correva , correva a più non posso inseguito da quel piccolo demone dai capelli rossi. Normale quotidianità di Dite.
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