First and Foremost..., Akira Zugaikotsu Vs ???

Il buio è la tipica scena di apertura della maggiorparte dei film. La musica magari comincia a prendere piede nel susseguirsi naturale dei secondi, mentre i primi titoli indicanti gli attori principali fanno capolino con vari effetti: dalla saturazione a lettere esplosive a quanto l'immaginazione possa sbizzarrirsi. Stavolta niente titoli ne musiche, ma solo un'opprimente pressione e poi una sensazione più leggere come se si fosse appena usciti da una busta sottovuoto. Il casco impedisce la possibilità d sentire col volto quel terreno così morbido come anche la stessa tuta da motociclista ma è inconfondibile la sensazione corroborante e granulosa della sabbia. Così gli occhi si sforzano di aprirsi mentre, reggendosi con un pò di fatica il capo, Akira cerca di alzarsi in piedi. Barcolla un'attimo all'indietro allargando le braccia per prendere equilibrio per poi cominciare a guardarsi intorno. Con il pollice dalla mano destra si alza la visiera ed è incredibile ciò che ha di fronte: una gigantesca e appunto sabbiosa arena di Colosseo! Con tanto di spalti gremiti di figure non proprio definibile data la gigantesca mole dell'arena, difatti Akira si trova proprio al centro e un'ovazione la investe come un'onda d'urto che la fa barcollare ancora una volta. Per quanto sia forte lo smarrimento la sensazione che quel luogo possa centrare con gli avvenimenti soprannaturali come le Maschere Bianche e la sua Bara rende il tutto un'attimo accettabile.
"Ed ecco a voi il primo partecipante dell'incontro di stasera! AKIRA... THE UNDERTAKER!"
Lo stadio esplode e stavolta Akira quasi rimane assordata dal fragore di quelli che sembrano... Umani? Maschere Bianche insieme agli Umani?! Altri esseri che non risce a distinguere? Che cavolo è quel posto? E cosa dovrebbe fare lei?! Ma non ci vuol molto a farsi due calcoli e capire che in quell'arena dovrà sccedere qualcosa...
Che diavolo stasuccedendo?!

L'annunciatore sembrò in preda adun'attacco isterico quando presentò quello che doveva essere il suo "avversario". Akira si era messa subito in posizione di guardia sinistra con il pungo destro vicino alla zona della mascella chiuso ma non teso, mentre la mao sinistra aperta e rigida con il palmo verso... Verso...
Un'uomo?!
La frase era stata detta all'unisono a Kamina che poi si avvicinò con fare molto tranquillo. Cosa doveva fare? Era lui il so avversario? Ma era un'umano! Non avrebbe ma combattuto i suoi simili... Senza una ragione valida almeno. Diftto non era neanche una Maschera Bianca quindi Akira era presa da un secondo di incapacità a ragionare sul da farsi. Sta di fatto che Kamina cominciò a esaminarla manco fosse un cavallo e ad ogni tocco ciò provocava ad una vena della fronte di gonfiarsi in maniera corposa. Poi il tizio se ne era uscito con una affermazione alquanto sconnessa e di oscuro significato: FullBring... PortaPieno? Che era un distributore? Poi Kamina se ne stava uscendo col fatto di essere un Akuma... Era del tutto scemo o viveva in un mondo estremamente personale. Sta di fatto che Akira non avevacerto il temperamento dalla sua parte in quel momento...
Senti tizio... Non so che sia un "PortaPieno" ne un Akuma...
In quel momento l'occhio del teschio disegnato sul casco si illuminò di un rosso intenso mentre lo stesso teschio pareva ottenere rilievo mentre la parte sotto del casco sembrava quasi seguire i movimenti della mandibola di Akira... Era infuriata.
Ma se tu sei l'unica cosa tra me e il ritorno a casa... E' meglio che ti fai da parte, dato che l'essere un'uomo in questo preciso istante sta perdendo di valore nella mia mente...
Sapete quando si accende quella lucina rossa con scritto "Do Not Disturb"? Bene, si era appena accesa nel cervelletto di Akira e l'assistere alla comparsa non poco macabra di quella falce ossea aveva spostato su OFF il resto della parte "comprensiva".
E non credere che siccome tu abbia la Maledizione ti tratterò con riguardo... Sei sulla mia strada e questo basta.
Avrebbe proferito queste parole cominciando a camminare verso Kamina e scrocchiandosi collo e mani, l'uno piegandolo verso le salle e le altre semplicemente mettendo una mano nell'altra e stringendo abbastanza da far sentire quel tipico "Crack" delle nocche. Dall'inizio della scenetta a questo momento i due stavano uno di fronte all'altro a circa 5 metri, dove il terreno sabbioso accoglieva ogni passo degli scarponi di Akira rispondendo sia con morbidezza ma mostrando il terreno più duro al di sotto di quei pochi millimetri di sabbia. Il pubblico rimaneva in silenzio in attesa dei primi scambi.

Akira riuscì a esprimere il più alto riguardo sull'utilità delle informazioni date da Kamina...
Ma ci fai o ci sei?
La riluttanza di Kamina a dare spiegazioni concrete era aggravata solo dalla sua chiara volontà di usare quella bella e grossa falce che aveva a sua disposizione e che aveva macabramente ottenuto. Akira aveva avuto tutto il tempo poi di potersi scrocchiare collo e mani e di essere stata lasciata libera di muoversi fino alla generosa distanza di 2 m. Evidentemente il raggio d'azione di quell'arma ma anche quello di qualsiasi corpo a corpo. Quindi mentre Kamina sollevava la sua grossa arma, Akira aumentò il passo per coprire un'ulteriore metro in avanti. Akira era in posizione da pugile con le mani al volto e con il lato sinistro del corpo in avanti, quello spostamento aveva azzerato la misura di attacco e Kamina ora stava per menare il suo fendente. Un'arma così grossa richiede una certa forza, che Kamina mostrava avere al limite per manovrarla goffamente, ma una volta lanciata sarebbe stata difficile da contrastare. Akira essendo nel raggio della parte rigida del bastone decise di fare un mezzo passo avanti per ritorvarsi la parte del corpo destra in guadia e favorire un movimento verso il basso deciso e consistente. Mirando alla spalla Kamina avrebbe mandato il colpo a vuoto passando sopra la schiena di Akira. Dal rumore dell'aria che veniva tagliata dalla grossa lama della falce, il pensiero di Akira veniva confermato. Il problema era confermare se il corpo di Kamina fosse o no Umano. Ancora non capiva nulla di cosa fosse un Akuma ma per non saper ne leggere ne scrivere tanto vale provare col metodo scientifco: una castagna altezza stomaco dovrebbe essere un metodo empirico più che sufficiente. Quindi mentre la falce faceva la sua corsa, al mezzo passo in avanti si aggiunse il sinistro con un diretto all'altezza dello stomaco leggermente verso la curva della cassa toracica, praticamente un colpo di incontro fra lo slancio di Kamina e l'istituto di ricerca sulla resistenza dei materiali. Non che un pugnettone di Akira sia troppo potente, la domanda è se il fisico di Kamina era resistente. Fatto sta che dopo aver mandato a segno il pugno, dalla reazione dell'avversario Akira si sarebbe concentrata o meno a continuare una possibile scarica di mazzate.

Sembrava tutto in tempismo perfetto, perfino il pubblico era rimasto in silenzio col fiato sospeso seguendo i movimenti cadenzati di Akira. Affilata e decisa aveva affondato il pugno e sperava di sentire quella consistenza di carne e ossa, che ancora ricorda che ciò che abbiamo di fronte non è il frutto di qualche psicosi, ma realtà oltre la realtà - L'Oltremondo. Così oramai Akira indicava il mondo dove comparivano le Maschere Bianche. Quella frazione di realtà e sogno che però rimane disconnesso da entrambi. Ma quel piccolo sollievo non sarebbe arrivato. Piroettado sulla falce il pazzo aveva assecondato il movimento del pugno. Ma questo fece solo imbestialire Akira in un centesimo d secondo, come una fiamma che era riuscita a rimanere ferma sotto le braci ma un leggero vento la avesse fatta riaccendere violentemente. Negargli la sicurezza che ciò che aveva davanti era reale la aveva fatta scavallare a un livello istintivo d violenta possessività.
Torna GIU'!
Contando che la piroetta Kamina la aveva basata su vari appoggi fra braccia, gambe e tentativi di calcio, la morte di essa sarebbe arrivata molto prima dato che la mano con cui Kamina si appoggiava sarebba stata agganciata da Akira con la mano destra e avrebbe trascinato il povero ragazzo giù sul terreno dell'arena. Finalmente la realtà di un peso corporeo che si schianta. Solido. Data la forza di Kamina l'azione sarebbe stata più di interruzione e si sarebbe tranquillamente conclusa con il ragazzo a terra e Akira che lo teneva per l'avambraccio agganciato. Il pubblico era rimasto sorpreso dalla violenza di Akira. E sopratutto da come il suo sguardo fosse cambiato: trovare la differenza fra l'occhio destro del teschio illuminato di rosso e quelli di Akira ribollenti dello stesso colore era davvero difficile...

Kamina era reale. Lo poteva sentire nella sua mano. E la reazione al piccolo schianto era efficacie. Era tutto vero. Nel bene o nel male non era un brutto sogno o una turba psichica incalzante. Ma l'aggressività era lungi dal fermarsi a un semplice strattone verso il basso, dato che il trattenere il braccio di Kamina aveva ben altro scopo. Il tirarlo giù richiedeva di arretrare la gamba all'indietro per mantenere l'equilibrio, è una posizione naturale e obbligatoria, quindi la gamba era già carica e il braccio già bello messo in posizione. Kamina finendo a terra aveva obbligatoriamente il braccio steso così, con classe ed eleganze del miglior calciatore davanti a un rigore, Akira avrebbe tirato un calcione all'attaccatura del gomito frantumando con molta probabilità tutto quello che avrebbe incontrato. Strano era che il rumore del probabile "CRACK" sarebbe combaciato con un sonoro "SDENG" dovuto al manico della falce che, non più sorretta dal possessore e data i suoi 2 m di lunghezza, avrebbe impattato col manico sul... sul... Casco da motociclista di Akira. Ora c'è da chiedersi se un'oggetto studiato per proteggere il cranio di una persona possa resistere all'impatto di un'arma ossea in caduta libera da sbilanciamento. Undertaker per giunta è la FullBring di Akira, o la Maledizione come sa chiamarla lei. Sta di fatto che l'impatto ci sarebbe stato e avrebbe ottenuto l'effetto di far mollare la presa ad Akira che probabilmente, se la avesse mantenuta, sarebbe riuscita anche a portarsi via tutto quello che c'era dal gomito in sù. Mollando la presa per riprendere bilanciamento c'era da chiedersi ora se questa ridicola scenetta avesse cambiato qualcosa nell'umore di Akira. Un rivoletto di sangue sarebbe sceso leggermente sopra il sopracciglio destro che col suo rosso faceva risaltare solo di più il cremisi brillante degli occhi della ragazza. Any more stupid question?