Where are you?, x Bolshak vs doom

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Era in quel posto da quasi un mesetto, e aveva vissuto in solitudine godendosi l'intero palazzo come se fosse la propria casa. Le piaceva quell'ambiente, e il pensiero che quel posto fosse il suo, come se lei fosse la regina incontrastata. Eppure da qualche giorno avvertiva la presenza di qualcun'altro. Sapeva che non erano semplici hollow: il reiatsu degli hollow non era così potente come quelli che percepiva.
Chi diavolo si è introdotto nel mio palazzo?disse a voce bassa, sapendo perfettamente che nessuno poteva sentirla. Sopratutto perchè aveva occupato la stanza più alta del palazzo. Si affacciò alla finestra chiudendo gli occhi e sondando con i suoi sensi, le piccole variazioni nell'aria, gli odori e i rumori. Sapeva che qualcuno c'era, anche se non aveva capito dove si trovavano.
Prese la sua katana e con un balzo fù sopra l'enorme cupola che faceva da tetto a Las noches. Amava quella stanza perchè fuori dalla finestra era perennemente notte e dentro il palazzo era giorno. Insomma perfino la più antica delle leggi naturali in quel posto poteva gestirseli come voleva. La sua figura si stagliava dinnanzi la luna piena e luminosa e i suoi occhi brillavano come quelli di un felino. Iniziò a passeggiare lungo la cupola in cerca di quel effimero reiatsu che sentiva.
 
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Aveva scelto un dojo come casa, ma pensandoci bene quel palazzo era davvero enorme, quasi senza fine, in fondo Rick non era un esploratore, non sarebbe stato lui a fare una mappa di quel luogo. Tuttavia valeva la pena fare due passi. Perché? Perché già da un pò la mente del ragazzo gli impediva di stare tranquillo, abituato alla solitudine dell'Hueco Mundo si era meravigliato che una così decente quantità di Reiatsu non lo avesse ancora attaccato. A rigor di logica non si trattava di Hollow, anzi, probabilmente quel luogo era proibito a quel genere di creature a causa anche del fatto che non ne aveva visto nessuno da quando era giunto lì. Ma che ci faceva in un posto del genere? Trovava sfogo solamente quando veniva catapultato nel Colosseo a fare qualche battaglia di poco conto, ma per i suoi gusti stava oziando anche troppo. Che fosse stato avverso o meno, non faceva differenza, doveva scoprire se era davvero solo in quel posto.
E poi magari finalmente si vedrà un pò di gnocca da queste parti.
Commentò tra sé, ridacchiando con una faccia a metà tra il sognatore e il perverso. Si rese conto che l'energia che captava verteva verso l'alto, fortunatamente aveva trovato le scale di quel luogo, anche se le scale sembravano saltate fuori da un film di maghi tratti da un libro di serie B. Solamente andando avanti si era reso conto che non era una sola la fonte di energia considerevole, tuttavia le altre non erano né quantificabili né rintracciabili, quindi fece meglio a seguire il suo obbiettivo originale. Quel posto era immenso, persino lui oramai aveva l'affanno e stava maledicendo chiunque fosse lì su, se proprio voleva farsi trovare che si mettesse in una posizione più comoda! Sperava almeno che valesse la pena fare tutta quella strada, iniziava a pensare che fosse solo un Hollow troppo vicino, ma venne subito rettificato nel momento in cui, proprio quando fu vicino alla fonte di energia, sentì chiaramente qualcuno parlare, e non sembrava in vena di fare conoscenza. La buona notizia? Quella che aveva sentito era la voce più femminile che aveva mai attraversato i suoi timpani.
Magari è una donna gatto intrappolata su di un albero... non che ci siano molti alberi, ma non è il momento di fare ipotesi.
Pur arrivando fin sopra le stanze più alte non riusciva a trovare nessuno, eppure l'energia era vicina, l'unica soluzione era che l'energia non fosse più dentro il palazzo.
E che diavolo... cosa sono un cazzo di alpinista?
Si affacciò ad una delle finestre e notò con sommo dispiacere che il tetto di Las Noches era un grande cupolone, tutto liscio e perfetto, una roba che Ezio Auditore sarebbe rabbrividito al solo pensiero di doverla scalare. Lisciò i palmi delle mani tra di loro, poi con un balzo cercò di afferrare la superficie liscia della cupola con entrambe le mani, ma scivolò con la destra. Solo la sinistra, che scheletrica avvertiva meno il dolore e scavava meglio, si agganciò allo stesso trancio che aveva procurato alla cupola, usandolo come punto di appoggio. No, se ve lo state chiedendo i tirannosauri non si arrampicavano su un bel niente. Sfruttando lo stesso sistema con la mano sinistra raggiunse un punto leggermente più comodo che gli permettesse di rimanere leggermente in equilibrio. Alzò lo sguardo verso l'alto, non era mai stato così vicino alla notte dell'Hueco Mundo, eppure più ti avvicinavi e più sembrava profonda e tetra. Che luogo di schifo. Abbassando lo sguardo finalmente intravide la fonte dell'energia che stava cercando, e finalmente anche, e decisamente non si avvicinava molto alla fantasia della donna gatto, dopotutto non si aspettava di trovare alberi proprio lì. Diede una ripulita al suo cappotto togliendo la polvere con rapide manate, poi con una passata di mano sui capelli sfoggiò il suo miglior sorriso e si fece avanti. L'aveva vista quella spada, uno come lui guarda prima l'arma e poi la persona che la impugna, ma aveva anche pensato che se avesse voluto attaccarlo lo avrebbe fatto nel momento in cui si stava aggrappando alla cupola, momento in cui era decisamente più scoperto.
Carino il tuo cappello, scommetto che è un residuo di maschera vero? Significa che sei proprio come me, certo io sono un pò più vistoso ma sai com'è, mi piace farmi notare... cosa difficile in un posto come questo.
Si fermò, meglio non sfidare la fortuna in un posto del genere, solamente perché erano due arrancar non voleva dire che erano tanto diversi dagli Hollow. Magari potevano spararsi una posa migliore, ma non cambiava la loro natura. Mise le braccia dietro la schiena intrecciando le dita, segno che non aveva la minima intenzione di tirare fuori la sua spada. Ammesso che entrambi cercassero lo stesso tipo di spada. Si fermò così, sorridente e tranquillo, aspettando una risposta dalla ragazza che aveva già suscitato ogni genere di interesse del fino a poco prima solitario Arrancar.
 
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Lo sentiva sempre più vicino uno di quei reiatsu che stava cercando. Interruppe i suoi passi e cercò di concentrarsi sui suoi sensi per capire meglio la direzione di quel reiatsu che si faceva sempre più vicino. Sentì chiaramente dei rumori vicini e si avvicinò a grandi falcate in quel punto e attese pochi minuti. Vedendo arrancare un uomo, dai lunghi capelli neri. Fece un passo indietro posando la mano sul elsa della sua spada, allarmata da quell'essere. Il suo reiatsu ricordava molto quello di un hollow ma non lo era. Una volta salito il tipo, lo osservò meglio, notando immediatamente il residuo della maschera da hollow. Non riusciva a crederci...allora esisteva qualcun'altro che aveva subito il suo stesso cambiamento. Certo era strano che lo avesse incontrato solo in quel momento. Probabilmente lei, lui e quel qualcun'altro (nascosto) si sono sentiti attirati da quel posto. Confermò la sua ipotesi l'uomo stesso, indicando il suo residuo di maschera. Non rispose subito, ma guardando il suo atteggiamento non sembrò ostile. Rilassò un pò la sua posa da guardia, ma non lasciò l'elsa, non la impugnava più, ma la mano continuava a stare in quella zona. Fidarsi era bene, ma non fidarsi era meglio.
"tsk un uomo..." pensò delusa. In fin dei conti gli unici uomini che aveva conosciuto, erano stupidi e facilmente manovrabili, e l'uomo più importante della sua vita, era feccia della feccia, era normale che disprezzasse gli uomini. Iniziò a camminare attorno al ragazzo osservandolo meglio. Non proferiva ancora parola, e in quel momento, Rick, avrebbe potuto notare la sua altezza, il suo portamento elegante, e sopratutto il suo vestiario succinto. Si fermò di fianco all'uomo guardando verso la direzione dell'altro reiatsu, sembrava trovarsi molto in basso...chissà chi era, e sopratutto cosa era.
Riprese a camminare lentamente riguardando il ragazzo.
Da quanto tempo infesti il mio palazzo? chiese, ignorando di proposito la sua domanda.
Si fermò di fronte all'uomo osservandolo severa e seria. Aveva uno sguardo di sufficenza, come se stesse parlando con una sorta di servo, suddito o qualcosa che non avesse abbastanza decenza di essere considerato.
 
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Non sembrava del tutto convinta dei modi di Rick, una tizia difficile, ma in fondo chi non lo era in un mondo dove tutti provavano a mangiarsi tra di loro. Rick però non aveva paura e volle osare qualche lentissimo passo verso di lei, passi che venivano alzati a gamba tesa, non più di tanto, e ricadevano come se fossero accompagnati da tutto il corpo, un movimento un pò goffo ma che comunque gli permetteva di avanzare lentamente. L'arrancar pareva piuttosto insoddisfatta della presenza di qualcun altro in quel posto immenso, sebbene ci fosse molto spazio pareva aver capito che fosse tutta roba sua.
Infestare è una parola brutta, anche se considerando che siamo come fantasmi direi che ci può quasi stare. Eccoti la novità del giorno fata turchina: questo palazzo è grande abbastanza da ospitare un esercito, l'esercito avversario al primo e anche tutto il campo di battaglia. Non credo che sarai soffocata dalla mia presenza, anche perché io abito nei bassifondi, tu invece ti sei scelta il super lusso.
Ridacchiò ripensando alle strade che aveva percorso salendo, che diventavano sempre più lussuose e ben adornate. Opera sua oppure quel palazzo era stato costruito proprio così? Ma da chi poi per giunta...
Comunque mi dispiace, ma non ho la più pallida idea di quanto tempo sia passato da quando sono nel palazzo, tanto meno quanto tempo è passato da quando sono entrato in questo cimitero di sabbia. Non ho visto nessuno che distribuisse orologi da queste parti, e la differenza tra giorno e notte la decide unicamente il fatto che tu stia dentro o fuori dal palazzo.
Praticamente calcolare il tempo che passava era assolutamente impossibile. Si fermò, si era avvicinato quanto bastava per poterla guardare negli occhi, occhi molto diversi da quelli di un Hollow, spenti e vuoti, illuminati solo dalla fame, i suoi invece erano profondi ed intensi, in grado di tagliare l'anima in due col solo sguardo, occhi che hanno visto molte cose, troppe cose, proprio come Rick, che a stento riusciva a ricordare.
Ma forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato, sto parlando decisamente troppo. Il mio nome è Rick Bastiodon, perché non mi dici qualcosa tu, mia turchina coinquilina?
Non per un solo istante aveva perso quel sorrisetto strafottente e privo di qualsiasi timore, e adesso lo accentuava di nuovo, come se volesse provocarla più che invitarla ad essere amichevole.
 
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"Ma quanto parla?"Fù la prima cosa che pensò di getto. Si sentì strana a udirsi chiamare "fata turchina", le fece tornare alla mente episodi della sua vita terrena, e l'unico uomo che considerava tale, era il medico di famiglia. L'uomo per cui molto tempo addietro aveva provato un interesse che si definiva "cotta". Il suo reiatsu venne turbato, mentre ricordava il sorriso del medico che le dava il benvenuto; oppure quando le sfiorava la pelle con le dita chiedendo cosa sentisse la sua adorata fata turchina, ovviamente mentre la visitava. In un certo senso quel appellativo lo considerava fin troppo personale, e le dava fastidio essere chiamata così. Anche se il tipo in questione si mostrava di una acuta intelligenza, e abbastanza coraggioso da sfidare le ire di una donna. Poichè fin dal principio l'uomo aveva sempre temuto le ire delle donne, poichè loro colpivano non con la forza, ma con l'intelletto, colpendo i punti deboli, uccidendo a poco a poco l'integrità di un uomo. In quel senso adorava essere nata donna.
Rick, ti sarei grata se smettessi di chiamarmi con quel'appellativo. E' scortese, non ti hanno insegnato le buone maniere? Non troveresti sgradevole se ti chiamassi "mucchietto d'ossa" invece di usare il tuo nome, o il giusto modo di chiamarti? rimase un attimo in silenzio, pensando a quello che le aveva detto poco prima, ovvero che abitava i bassifondi di quel palazzo, quindi ne dedusse che non era abituato ai modi eleganti ed educati. Portò la mano sul grembo e l'altra dietro la schiena facendo un leggero inchino (forse un pò troppo maschile)
Il mio nome è Myreia Iblis. disse per poi tornare alla sua consueta posa: elegante, posata e con quell'abbigliamento davvero provocante.
Ti concedo di chiamarmi per nome, e di darmi del tu. Il suo modo di fare suggeriva il tipo di vita che conduceva da viva, il tipo di rango a cui apparteneva. Insomma non per nulla aveva scelto delle camere lussuose. Non tornò più sull'argomento "suo palazzo" e si concentrò su altro. Per esempio all'aspetto di Rick: le piacevano i suoi lunghi capelli corvini, forse un pò trascurati per quanto riguarda la salute dei capelli, ma in fin dei conti stavano bene sul suo viso. Era di bel aspetto, e sembrava abbastanza sveglio da poter intrattenere delle conversazioni normali.
Si avvicinò al centro della cupola e fece un cenno a Rick, come a volerlo invitare a prestare attenzione.
Avverto un'altra presenza....è diversa dai normali hollow. Credo sia simile a noi. Riesci ad avvertirla Rick?
Lo guardò dritto negli occhi attendendo una sua risposta.
 
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view post Posted on 14/10/2011, 10:58
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A quanto pareva aveva toccato i tasti sbagliati tanto per cominciare, ma quello era l'ultimo dei problemi effettivamente. E comunque Rick non era il tipo da dare peso a cose del genere, non aveva peli sulla lingua, indipendentemente da quello che pensava. Alzò le spalle e con esse le mani, facendo una faccia di ovvia rassegnazione, rispondendo senza troppi problemi alla ragazza con la stessa naturalezza che aveva usato fino a quel momento.
Perdonami Myreia ma non sapendo il tuo nome dovevo pur chiamarti in qualche modo, ma visto che non sono così maleducato da darti del tu così presto continuerò a chiamarti Bleneráida, con tutta la tua disapprovazione.
Aprì un solo occhi accompagnato dal suo sorriso arguto e pungente, Rick conosceva bene il Greco, dalle sue parti si poteva imparare ciò che si desiderava, ma lei l'avrebbe capito? Non ebbe molto tempo per scoprirlo, visto che immediatamente dopo il discorso fu totalmente sviato. Anche Myreia aveva notato che non erano soli in quel palazzo e c'era almeno un'altra presenza. Rick non era molto ferrato, per lui potevano essercene a decine, l'energia che percepiva era molto confusa, probabilmente perché aveva passato più tempo a combattere che a carpire l'essenza del Reiatsu. Mise le braccia conserte, per poi riprendere il discorso cercando di concentrarsi e assumere un'aria lontanamente seria.
Un altro arrancar. E' così che ci chiamiamo, non so bene il perché, a dire la verità non me lo ha mai detto nessuno, ma è da quando non sono più un Hollow che sento questa strana sensazione. E' come se il mio Reiatsu non appartenesse più a questo mondo, troppo diverso da quello degli Hollow, ma troppo simile a quello delle creature fuori di qui.
Fece qualche altro passo, passando di fianco a Myreia sciogliendo le braccia dalla posa conserte e puntando lo sguardo verso la grande luna, unica e fioca fonte di luce di quel mondo.
Sono passati... tanti, tantissimi anni da quando ho lasciato il mondo... il VERO mondo dalla quale provengo, e il vuoto che avverto nel mio petto non si personifica meglio dello spazio mancante che effettivamente c'è... o sarebbe meglio dire che non c'è.
I palmi delle mani iniziarono ad allargarsi, assieme alle braccia che si innalzavano come le aste di un cavatappi.
Sono stato in altri mondi, ho visto altre creature e mi sono sentito molto più simile a loro che a queste bestie che tentano invano di divorarmi. Sai Myreia, se questo palazzo vuoi tenertelo, allora è tutto tuo, nei miei piani c'è molto altro.
Le braccia erano oramai arrivate verso l'alto, guardando dal basso le sue dita sembrava quasi che stesse cercando di chiudere tra i suoi palmi la luna stessa, per farla sua. La mano destra tornò sulla vita, mentre la sinistra coprì la luna e chiuse il palmo come se l'avesse afferrata e l'avesse fatta sua.
Voglio scoprire cosa c'è più in là di quella luna, e farlo mio. Chiunque vorrà sfidarmi sarà ben accetto, perché io non ho fatto altro da quando sono nato: sia da vivo, che da fantasma, io combatto e basta. Questa è la vita che ho scelto...
Si voltò solo con la testa verso di lei. Non malinconia, ma un sorriso diabolico, assetato, affamato, bramoso si era dipinto sul suo volto, al punto che persino la sua maschera pareva ghignare.
E non vorrei fare altro per niente al mondo.
 
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Rick non era poi rozzo come aveva immaginato, sapeva parlare bene se occorreva, e conosceva persino il greco: altri punti di approvazione per lui. I punti però tendevano a scendere nel notare quanto fosse logorroico. Non che le dispiacesse quello che stava dicendo, infondo le stava dando informazioni su di lui senza nemmeno bisogno di fare domande, il che era un bene.
Arrancar... pronunciò quella parola come se la stesse gustando, facendola saltare sul palato mentre la ripeteva piano.
Le piaceva, aveva un non so che di affascinante. Non sapeva dove lui lo avrebbe potuto sentire. Forse aveva affrontato molte creature da quando era lì? Chissà chi o cosa aveva incontrato per chiamarlo "arrancar"? Ma in quel caso poteva significare che erano già esistiti altri come loro, e spiegherebbe l'esistenza di quel palazzo. Lo sentì parlare dei suoi obbiettivi: molto ambizioso in effetti, non nutriva solo fame di anime, lui aveva fame di potere.
Sorrise con una punta di derisione e una di chi aveva intuito perfettamente cosa intendesse.
Che vita noiosa la tua. si azzardò a dire, senza peli sulla lingua.
Combattere per lottare? Lottare per cosa Rick? Il potere? E una volta avuto il potere che farai? se il combattimento è il tuo unico obbiettivo non ha senso ciò che dici. Se conquisti tutto quello che c'è oltre quella luna, poi contro chi combatterai?
Lo guardò negli occhi sprezzante della sua reazione.
Myreia ancora non sapeva esattamente cosa voleva. Non ci aveva ancora pensato: l'unica cosa certa era che si stava annoiando in quel posto per tutto quel tempo da sola.
Rick, chi ti ha chiamato "arrancar"? Non credi che se conoscono la tua natura sono esistiti altri come noi? Eppure fino ad adesso le uniche presenze con il nostro tipo di reiatsu, siamo io, tu e quest'altra presenza che non ho ancora incontrato. Credimi, sono molto sensibile al reiatsu, so cosa sto dicendo, al momeno siamo solo noi, e sento che ne arriveranno altri. C'è qualcosa o qualcuno che ci fa da anello evolutivo, non so cosa sia, ma voglio averlo. E allora sì che potrò conquistare tutto ciò che c'è oltre quella luna.
Aveva parlato di getto, seguendo il suo istinto, non sapeva ancora esattamente dell'esistenza dell'hougyoku, ma essendo da sempre una sensitiva particolare lo intuiva, lo percepiva anche se non se lo sapeva spiegare concretamente. Iniziava a capire cosa voleva fare, ed era grazie a quella conversazione, con questo misterioso arrancar.
Ehi Rick mi è venuta fame. gli disse improvvisamente dopo aver saputo chi lo aveva chiamato in quel modo.
Poi senza dire altro, scattò saltellando da cornicione a cornicione, piante rampicanti, giù fino a toccare il suolo sabbioso. Sfoderò la sua katana e la infilzò nella sabbia in verticale. Passarono pochi istanti e il suolo iniziò a tremare e spuntò dal suolo un enorme hollow a forma di scorpione. Myreia si leccò le labbra mentre cercava di tenersi in equilibrio sulla possente mole dello scorpione. si trovava esattamente sul capo della creatura, il pungiglione saettò per cercare di colpirla. Era lento, quindi Myreia ebbe tutto il tempo di estrarre la lama dalla dura pelle dell'hollow e bloccare l'attacco. Roteò la spada tranciando il pungiglione. Myreia concentrò le sue forze e iniziò a risucchiare l'aria. Poco dopo dall'hollow si staccò una sorta di aurea luminosa, che finì tra le fauci di Myreia. In poche parole divorò l'anima dell'hollow.
Bleah, che saporaccio, sono stufa di queste anime scadenti, voglio saggiare anime vive... bofonchiò mentre si puliva con il dorso della mano le labbra.

Edited by hinachan83 - 15/10/2011, 22:23
 
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Che tipa imprevedibile, forse un pò troppo lunatica ma doveva ancora incontrarne uno sano di mente. E non si parla di esperienze nell'Hueco Mundo ma in generale, ed era tutto dire. Non ebbe il tempo di trovare una risposta per Myreia che subito si fece affamata e frettolosa, non esitò minimamente a scendere quel posto insolcabile per fiondarsi sulla sabbia pallida del mondo vuoto. Ricordate la storia del Tirannosauro, che non avete mai visto lucertoloni così grossi arrampicarsi su qualcosa? Ecco, nemmeno scendere le cose era il loro forte, così mentre Myreia mostrava le sue agili doti di cacciatrice indomita, Rick scendeva a petto piatto tutt quanta la cupola, attaccandosi con le unghie e scendendo con le suole delle scarpe cercando di scivolare. Sembrava una termite che si divincolava sulla parete per non cadere, ma più che non cadere cercava più che altro di non sembrare un'idiota. Fortuna che l'arrancar era impegnata con il suo pungente banchetto, altrimenti avrebbe assistito ad un magro spettacolo di agilità. Andiamo, Rick non era esattamente un'alpinista, e arrivò a terra proprio mentre la ragazza si lamentava del suo magro pasto.
E che pretendi? Nel deserto si trovano solo piccoli insetti, non è qui che dobbiamo cercare.
Si diede l'ennesima ripulita al cappotto per togliere sabbia e polvere, poi riprese il discorso.
Ho visto degli Hollow, Hollow parecchio grossi, che se ne andavano da qui per mezzo di bocche oscure... non erano diverse dal buio della notte, comparivano dal nulla e sparivano come tali, senza lasciare traccia. Non ho idea di come funzioni, ma so per certo che il loro Reiatsu spariva come neve al sole, e credimi che energia come quella non scompare dai radar con una corsetta salutare.
Un modo come un altro per dire che se volevano cacciare dovevano lasciare quel deserto vuoto e darsi alla vera zona safari: il mondo degli umani. Rick si avvicinò a lei, infilandosi le mani in tasca e assumendo nuovamente un'espressione convinta e piuttosto interessata.
Non fraintendermi Blenelàida, anche io sento una fame da svenire, oltre al combattimento mi piace banchettare con anime, ricordo quando ero ancora una bestia che dolci piaceri nel divorare quelle persone che inutilmente ambivano alla salvezza. Peccato che con la trasformazione in Arrancar io abbia perso l'abilità di viaggiare nelle dimensioni, ma solo per ora. Sono convinto che diventando più forte riuscirò nuovamente a farlo.
Una volta di fianco alla ragazza inclinò la testa verso di lei, di lato e senza incrociare gli sguardi.
Dai per scontato che ci sia un limite a chi o cosa sia più forte, ma ho imparato una cosa: c'è sempre qualcuno più bravo e potente, tradotto c'è sempre qualche motivo per allenarsi e superare quel chi o cosa. Oltre la luna ci sono mille lune più grandi, e dietro le mille lune ce ne sono altre diecimila ancora più grandi. Se non hai il coraggio di guardarle negli occhi senza timore di essere schiacciato da un tetto che ti sta troppo stretto, rompilo e punta al cielo dico io. Solo così ti godrai il banchetto degli Dèi.
Si allontanò da lei di qualche passo, tolse la mano destra dalla tasca e la sollevò, riprendendo il discorso voltandosi verso di lei.
Allora, mia signora, posso fruire ancora per un pò del vostro palazzo o sono ancora di troppo?
Le sopracciglia inarcate si adattavano bene alla posizione delle labbra, un roseo contorno per quei denti che non cercavano altro che una sfida degna di quel nome, uno sguardo innocente, una bocca da bugiardo, forse era questo il miglior passatempo per uccidere la noia, in un mondo dove tutti sono già morti?
 
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Quel ragazzo sembrava saperne molto su quello che li circondava, ed in effetti si ricordava anche lei il suo periodo da "bestia" in cui bachettava con anime umane, spinta da una fame insaziabile, senza scopo, senza meta, vagava e divorava più anime possibili e poi si era ritrovata nuda in un immenso deserto, di nuovo con la ragione, di nuovo in grado di intendere e volere, ma con una fame ancora più grande di prima. Ascoltò ogni parola del arrancar, senza batter ciglio, lo lasciò finire, per vedere fin dove si sarebbe spinto. Glielo aveva chiesto cortesemente all'inizio di non chiamarla "fata turchina" anche se era in una lingua diversa, le dava fastidio.
Rinfoderò la sua lama mentre lui continuava a parlare e chiese se poteva ancora usufruire del suo palazzo. Beh per lo meno qualcosa di buona l'aveva detto.
Il suo volto era serio, si avvicinò tanto all'uomo, tra i due c'era lo spazio di una decina di centimetri. Guardò negli occhi l'uomo..
Rick..con uno scatto della mano diede una botta al manico della propria katana, che ruotò di qualche grado dal suo attacco e dare una botta potente fra le gambe all'uomo con il fodero, pieno, esattamente sui suoi testicoli.
Arrancar o no, una cosa era certa, non erano asessuati.
Ti ho già detto di non chiamarmi "fata turchina". disse con un tono così naturale, non c'era traccia di rabbia, o di disprezzo. Sembrava che stesse dicendo una sciocchezza quotidiana.
Si allontanò di qualche passo da lui e sfoderò la sua arma.
Io non dò nulla per scontato, e so benissimo che esiste qualcuno più potente, e sai che ti dico? No me ne importa, voglio diventare io il numero uno. E se devo allenarmi per farlo, non mi dispiace per niente.
Sollevò una mano, mentre l'altra impugnava l'arma con la punta rivolta verso il terreno.
Facciamo così Rick, se riuscirai a battermi, allora potrai anche occupare qualche altra stanza del palazzo. Se invece ti batto io, mi dirai tutto quello che sai di questo mondo e quelli oltre questo buco. Che ne dici? Allenarsi con un obbiettivo insaporisce molto lo scontro non trovi? Sorrise solo alla sue ultime frasi, mentre attendeva che Rick rispondesse.
Sperava che si rifiutasse, poichè sarebbe stato molto più eccitante costringerlo ad accettare la sfida.
 
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Il soave simposio scatenato dall'improbabile calamità che lungi dal piacevole or ora infestava le molleggianti parti dell'apparato riproduttivo de lo Arrancar che si compiacerebbe di più nel non l'averlo provato mai ne la vita sua sicché le lagrime non solcassero più gote, sigomo e labbra, similmente a cascada che scroscia e scorre come vita e dolor immenso.
Grazie mille.
Come cori di mille giovani angeli la voce deturpata dal dolore del povero Rick, incapace di muoversi perché pietrificato, ruppe il silenzio di quel momento. Le ginocchia cigolavano e tremavano iniziando a convergere come se comprimendo il punto offeso il dolore diminuisse in qualche modo. Il sorriso era sempre lo stesso, ma le labbra che lo contornavano adesso tremolavano come il nastro di una motosega molto rotta e molto vecchia. Un lungo sospiro di sollievo esplose mentre lui si piegava dal dolore cadendo a terra come se il deserto fosse un fresco ruscello con cui saziarsi in confronto a quel dolore. Anni di analisi, ecco cosa gli avrebbero permesso di continuare a vivere una vita sana e retta, a purtroppo non aveva conosciuto molti Hollow psicologi, quindi era chiaro come il sorgere del sole che doveva stringere i denti e lasciarsi alle spalle il dolore. Ad aiutarlo a riprendersi arrivò provvidenziale anche la proposta di Myreia, che pareva alquanto motivata dalle parole del ragazzo che, alzandosi con le sue gambe (miracolosamente funzionali sebbene la parte che le unisse fosse irrimediabilmente compromessa), alzò pure lo sguardo verso di lei, ritrovando immediatamente la voglia di darsi da fare.
D'accor... Si mise un pugno chiuso davanti alla bocca e si schiarì la voce. Ehm-hm... d'accordo, mi sembra una proposta più che ragionevole, ma se vinco voglio l'appartamento più vicino al tuo madama, sia ben chiaro, i vincitori vanno trattati bene.
Afferrò la spada dietro la sua schiena e la sguainò velocemente. Se si trattava di una donna o meno, un combattimento non aveva distinzioni, andava sempre bene, sempre onorato e sempre goduto come il più lauto dei pasti. Puntava l'estremità della sua arma verso di lei, e gli occhi cavi del teschio sulla guardia della spada parevano colorirsi di un'intenso alone di battaglia.
E dato che la mia vittori è più che scontata, ti consiglio di andare ad ammorbidire il mio nuovo cuscino, a meno che non voglia essere tu stessa il mio guanciale.
Un riso di scherno, una risatina soffocata, poi la mano sinistra libera che scende sul fianco e colpisce la giacca, facendola svolazzare. A quel punto il Reiatsu prese a fluire come un fiome in piena, impetuoso e potente, possente, tanto da ruggire assieme al ragazzo stesso. I suoi capelli si fecero tutt'uno con la tempesta, come se la sabbia spostata fosse un pentagramma e i capelli dipingessero le note sulla quale la battaglia avrebbe danzato. Le strisce rosse, logore e lacere che circondavano il capo dell'arrancar si unirono allo spartito, rendendolo movimentato, e mentre le gambe del ragazzo si flettevano in una posizione pronta alla battaglia, il direttore d'orcestra mosse nuovamente il suo sorriso schermitore e diabolico allo stesso tempo per pronunciare l'ultimo preludio, ovvero l'inizio delle danze.
Diamo inizio alla festa dolcezza...

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Rick accettò di buon grado la sfida. Peccato, sarebbe stato interessante trovare un modo per costringerlo ad accettare, ma non era detto che non sarebbe stato divertente lo scontro.
Sorrise soddisfatta quando lo vide sguainare la spada, ma quel sorriso morì nel sentirgli dire che la sua vittoria era scontata, e tutto il resto che avrebbe visto lei succube di Rick.
Tse non cantare vittoria così presto, non mi farò battere facilmente, e di sicuro non ammorbidirò un bel niente.
Assistette allo sfoggio di reiatsu del ragazzo, guardandolo con un sopraciglio sollevato, in una espressione di sufficenza, come se stesse dicendo: "ma che combina?"
Lei dal suo canto non fece danze o urli liberatori, solevò la spada mettendosi in posa da combattimento, un piede davanti l'altro, e la katana impugnata con entrambi le mani. Poi sorrise e nello stesso momento in cui sorrise, dal suo corpo iniziò a fluire reiatsu, che spostava la sabbia intorno a lei, creando una sorta di mezzaluna che si espandeva sul terreno sabbioso.
in lontanaza si potevano vedere i piccoli hollow che si allontanavano spaventati, come animali in fuga dal sentore di un pericolo.
Mostrami di cosa sei capace mucchietto d'ossa.
disse invitandolo a fare il primo passo a quella danza di morte.


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Una vera signora, mai fare la prima mossa eh? Ma in fondo non era difficile da biasimare, dopotutto aveva di fronte un armadio di uomo, e con questo intendo che il paragone era di un tizio dentro un armadio mentre tiene in braccio un armadio che sta spostando. Oppure aveva paura di danneggiare quel popò di bellezza? Congetture, futili congetture ora che nella testa di Rick c'era solo la battaglia. Visto che lei non aveva intensione di farsi avanti ci avrebbe pensato lui. Come già chiarito, Rick non era certamente un maestro di velocità e agilità, quindi i suoi passi erano lenti e pesanti, nulla che valesse la pena di essere catalogato come una corsa. Erano passi lunghi e svelti, coprivano grandi distanze e siccome la distanza tra lui e Myreia non era molta non ci volle nemmeno molto per arrivare ad una distanza sufficiente per poterla colpire. Così come nel tragitto di andata aveva sollevato la spada, falciando la sabbia con un movimento rotatorio e sollevandola assieme a tutto il braccio, ora la faceva ricadere dall'alto verso il basso con un preciso taglio in verticale dall'alto verso la terra. Un colpo del genere poteva schivarlo chiunque, ma pararlo non tutti, visto che oltre alla forza di Rick c'era una consistente mano della signora forza di gravità, Myreia avrebbe avuto qualche difficoltà a rispondere colpo su colpo a Rick, considerando poi che stava utilizzando una sola mano, la destra, e la sinistra era ancora tutta libera.
Avanti fatti sotto, che stai facendo hai paura? Forse dovresti nasconderti come fanno quei piccoli Hollow.
La sua voce era severa e divertita, potente. Il timbro di voce che utilizzava era decisamente importante ma non nascondeva certamente la solita aria di sfida che non perdeva mai occasione di apostrofare. Si aspettava che Myreia tirasse fuori le unghie, altrimenti sarebbe diventato tutto davvero fin troppo noioso.

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Rick sembrava più infervorato di lei per quella battaglia, e sembrava decisamente molto più motivato. Non che Myreia lo fosse di meno, ma non era mai stata la tipa che urlava o mostrava il suo entusiasmo.
Quella piccola battaglia serviva sopratutto per capire quanto potesse essere forte Rick. A guardarlo sembrava potente, e si chiedeva se tutti gli arrancar erano forti più o meno quanto lei, e sopratutto per capire qualcosa di Rick, non c'era metodo migliore del combatterci poichè attraverso il reiatsu si potevano scoprire molte più cose che con le parole. Così attese con impazienza la mossa di Rick: una mossa molto teatrale in effetti, Myreia schivò la spada semplicemente spostandosi alla destra di Rick. La sua spada avrebbe sferzato il vuoto, e tagliato la sabbia, ed essendo abbassato di qualche grado per il fendente, lei senza esitazione sferzò l'aria con la sua spada indirizzata verso la sua schiena. Dall'alto verso il basso con una discreta forza. E anche riuscendo a parare il colpo, Myreia sarebbe stata avvantaggiata non solo dalla forza di gravità, ma per la posizione del corpo, di sicuro Rick avrebbe capito che non era così debole come appariva.
Non sottovalutarmi Rick. disse soltanto mentre schivava a colpiva cercando di essere il più veloce possibile. E per mostrare a Rick che non doveva essere poi così indulgente.


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Scontato pensare che Myreia avrebbe preferito un approccio più indiretto con il suo pomposo avversario, il suo problema era che far si che gli altri pensassero che lui li stava sottovalutando, era già previsto da parte di Rick, che non perdeva mai occasione per sfoggiare interessanti rovesci della medagli. Era vero, con il fendente andato a vuoto era stato costretto a chinarsi in avanti, e quando la spada toccò la nuda sabbia subito la mano sinistra si sollevò chiudendo il pugno come per controbilanciare il colpo a vuoto, mentre la destra sfoderava la spada dall'inconsistente pavimento. Myreia era già pronta a colpire rick sfruttando il colpo discendente, e sicuramente lei aveva il favore della direzione, tuttavia aveva dimenticato dove Rick aveva tenuto la sua spada fino a che non era iniziato il combattimento: la spada cozzò violentemente contro il fodero resistente sulle spalle di Rick, che il ragazzo aveva tenuto fermo con la mano sinistra libera. Myreia aveva pure il vantaggio del colpo, ma in quel momento la sua mano si stava battendo da sola con le solide spalle di Rick, che mentre si rialzavano senza troppi problemi sembravano ancora più imponenti. In tutto questo, il braccio destro era rimasto a posto, sebbene potesse attaccare in qualsiasi momento, ma menò il fendente orizzontale alla sua destra solo dopo aver dato una possente dimostrazione di forza di fronte alla ragazza.
Non ti sto sottovalutando, sei tu che ti sopravvaluti!
Aveva realizzato che ferire con le parole funzionava molto meglio che con la sua spada, quindi mentre la lama vibrava verso il petto di Myreia avrebbe anche lanciao questa frecciata, colmo di speranza che si irritasse. Ultimo appunto: la spada di Rick era lunga, la distanza tra di loro poca, tuttavia Myreia aveva dimostrato di saper schivare velocemente, Rick invece sfoderava solo in quel momento un'improvvisa destrezza nel vibrare fendenti. Se non l'avesse colpita, forse almeno un taglio, o uno strappo al suo già misero tessuto, per Rick sarebbe stata già una vittoria quasi certamente assicurata.

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view post Posted on 25/10/2011, 16:40
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Grosso errore di valutazione, e di distrazione, non aveva fatto caso che l'uomo aveva il fodero della spada sulla schiena, aveva creduto che la sua spada fosse tenuta da una sorta di cordoncino, o fascia di cuoio, insomma diciamo una cosa moto antica. (non è vero è l'autore che non ricordava il fodero sulla schiena.)
Lo sguardo di Myreia cambiò radicalmente, da divertita e incuriosita, la fronte si corrugò in una espressione irritata. Quel maledetto fodero aveva impedito all'arrancar di vantarsi delle sue abilità. Cosa che però più la irritò fù che il ragazzo non sembrò per nulla accusare il colpo. Come era possibile? Lei riusciva a solleva fino ai 100 chili, sotto sforzo è vero, ma insomma non era mica una donna normale. Non ebbe modo di crucciarsi ulteriormente che dovette difendersi dal contrattacco di Rick, che non perse tempo a menare la sua spada. Myreia avrebbe potuto schivare ma non avendo ben calcolato la mole della spada preferì contrattaccare spostando la spada a sinistra, bloccando il fendente con la lama messa in obliquio, mise molta più forza in quella parata, spingendo quindi verso l'esterno la spada di Rick, in modo che fosse di nuovo sbilanciato come poco prima, ma non potendo usare la sua spada per ferirlo, seguì il suo istinto: provò a dare un calcio dritto sul fianco. Sarebbe andato quasi sicuramente a segno, considerando la postura dei due, e il contrattacco della donna.

Scusami ho scritto in fretta se non si capisce un ciufolo la riscrivo



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